Recensione | Ezio Sinigaglia, Sillabario all’incontrario, Terrarossa Edizioni 2023
16518
post-template-default,single,single-post,postid-16518,single-format-standard,bridge-core-2.4.7,ajax_fade,page_not_loaded,,qode-title-hidden,qode-theme-ver-23.5,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-6.5.0,vc_responsive

Recensione | Ezio Sinigaglia, Sillabario all’incontrario, Terrarossa Edizioni 2023

Terrarossa Edizioni 2023, pagg 236, 16.90 eu

Goffredo Parise, scrittore immenso da riscoprire con maggiore frequenza, nei primi anni Settanta, scelse una serie di lemmi di uso quotidiano per ridefinirli e comporre una delle sue opere più significative per schiettezza e pulizia della prosa, i “Sillabari”. Allo stesso richiamo di chiarezza lessicale e nitidezza semantica, risponde “Sillabario all’incontrario” di Ezio Sinigaglia, ultimo nato in casa Terrarossa, segnalato al Premio Strega 2023: «Una meravigliosa opportunità per dare finalmente a Ezio Sinigaglia il posto che gli spetta nella letteratura contemporanea». Ideazione e stesura dell’opera risalgono al periodo di degenza dell’autore (1996/’97), durante il decorso di una broncopolmonite. Se la vita si interrompe, la scrittura ne guadagna. È nata così un’autobiografia al contrario nella più intima e riuscita delle sue significazioni: la vita sublima la letteratura e non viceversa. C’era il rischio che il racconto di un’esistenza facesse ombra alla narrazione. Non è successo. La vita spesso non ha nessi, non possiede una consequenzialità tematica rigida. L’esigenza di mettere ordine, infatti, è uno tra gli slanci più vitali. La struttura alfabetica all’incontrario, si parte dallo Zoo e si approda all’Aldilà, sorregge il divertimento di scrivere di sé mentre si vive una vita opposta. Sinigaglia, con guizzo mai troppo enfatico, restituisce l’irripetibilità di un amore, di una gioia, di un dolore, dell’ossessione per gli animali domestici, dell’istinto di fuggire e della nostalgia del tornare. La voce narrante incolla i pezzi a volte con tenerezza arguta, altre con piglio visionario. Ci si inchina in molte occasioni. Succede davanti alla voce Inedito. L’orgoglio ferito di chi pensa fuori dai margini ammette, come per una maledizione, di restare poi racchiuso negli stessi. «Decisamente il mio insuccesso mi è stato fin qui così prezioso che rinunciarvi sarebbe un gesto, per quanto attraente e redditizio, di vera ingratitudine.» Ammissioni di colpe, atti di coraggio, memorie inaudite, divagazioni freudiane ricostruiscono una ben ispirata dichiarazione d’amore per la letteratura.

No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.