13 Mag Recensione | Émilie Frèche, Chouquette, Liberaria Editrice
Liberaria Editrice, 2022, pp. 130, 18 euro
“Chouquette” in francese indica il nome di un particolare bignè, morbido e zuccheroso, capace di migliorare l’umore anche nei momenti di spleen più audace. È così che il piccolo Lucas chiama sua nonna Catherine, la protagonista di questo esilarante romanzo breve che in Francia è stato un piccolo caso editoriale, al punto da trarne un film altrettanto irriverente. Della dolcezza di un bignè, così come di quella della nonnina apprensiva, Catherine non ha proprio nulla. È una donna che non vuole rinunciare a se stessa. Senza dare lezioni di vita, e tantomeno senza volerle ricevere, davanti all’ennesima richiesta di sua figlia di lasciarle il nipotino, non batte ciglio e risponde: “No, Lucas non te lo tengo. No, no e no! È una questione di principio. E non penso proprio che questo faccia di me una nonna degenere!” Gli amanti del divertissement, spudorato e anticonvenzionale, leggendo le avventure di Catherine ritroveranno una piacevole commedia dal sapore vintage, immersa nella recente crisi economica. Nel tracollo si ritrova il marito della protagonista che, restio a lasciare il lavoro, si farà travolgere dalla moglie (e dalla sua ex amante) per rifugiarsi nella dolcevita di Saint Tropez, alla ricerca della ricetta per la felicità: la leggerezza dello spirito.
Sorry, the comment form is closed at this time.