Recensione | Elliot Smith – Going Nowhere, Holdenaccio, Bao Publishing
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Recensione | Elliot Smith – Going Nowhere, Holdenaccio, Bao Publishing

Bao Publishing, 192 pp, 21 eu

Elliot Smith (1969-2003), simbolo decadente del cantautorato rock americano anni novanta, aveva due cuori: uno luminoso e l’altro oscuro. Il primo apparterrà per sempre e solo alla musica. Il secondo al suo essere dalla parte dei perdenti. Di quelli che se perdono significa che un valore ce l’hanno. Nel caso di Smith è sé stesso, quel valore perduto dentro una vita brutale, incisa nella musica. Insoddisfatto perenne, talento spontaneo, scopriamo la sua storia attraverso le canzoni. Dai timidi inediti dentro uno scantinato alla nomination agli Oscar del ’97 (con Miss Misery, brano che Gus Van Sant scelse per Genio ribelle). La bicromia, i dettagli ingigantiti, le frasi scarne e quindi efficaci, i dialoghi ridotti all’osso accelerano l’impatto emotivo di una storia che andrebbe letta a tutte le generazioni, perché ognuno di noi ha avuto due cuori. Antonio Rossetti, in arte Holdenaccio, giovane illustr-autore di Taranto, ha già mostrato il suo talento nell’opera prima, Umberto; questa seconda prova lo consacra tra i più coinvolgenti scrittori di graphic novel.

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