La vita inedita di una scrittrice #4
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La vita inedita di una scrittrice #4

Tra le cose che mi sono rimaste sigillate nel cuore, durante il Cantiere di scrittura, c’è  l’entusiasmo che non è mai isterico ma pacato il che lo rende sincero, e indispensabile, di Gessica. (Anche se non ho mai avuto un debole per gli entusiasmi troppo affrettati. Ma questo è stato un caso diverso).
Un esempio. 
Io scrivo: “Cara Gessica, nel weekend non ho scritto che sono uscita. Al momento i miei appunti sono – tornando indietro, senza tornare indietro: ho ripensato al progetto al legame con il padre di anna e con la sua morte. per ora, il padre muore di diabete all’improvviso. invece io dico che si uccide, manco tanto tempo prima dell’inizio del romanzo, a causa dei debiti della crisi. Mi rendo conto che tutto questo, scritto e detto a crudo, così, sembra un melodrammone, che poi lo sarà, che poi il melò a me piace, ma considera che sarà scritto tutto con il mio solito stile che impiega due pagine per dire che c’era il sole e mezza riga per dire che, ad esempio, “la crisi uccise suo padre”. Che ne pensi?”
Gessica risponde:Direi che le nuove idee sono buone. Tra l’altro semplificano anche un po’ le cose, dal punto di vista della scrittura. L’unica cosa su cui non concordo è l’ultimatum che ti sei data. Io sarei più comprensiva, paziente. Gli intoppi non penso riguardino questa storia ma il tuo modo di scrivere. Senza essere troppo indulgente, però nemmeno severa. Per andare avanti hai bisogno di fermarti. Sono cicli, meglio capirli e assecondare i momenti buoni, gli altri sono pause fisiologiche di cui hai bisogno, forse. Bisognerebbe pensarci, al fatto che ognuno ha un suo modo, e quelle che a volte sembrano debolezze magari sono invece attitudini. Perché il rischio altrimenti è di censurarsi da soli, boicottarsi. Insomma, fin che hai piacere a tornare su questa storia vuol dire che è ancora viva, credo”.

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