“Acqua” di Milena Pesole – #Dopolavoroletterario n. 10
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“Acqua” di Milena Pesole – #Dopolavoroletterario n. 10

Milena ha lavorato alla sua storia qualche mese fa, durante il corso intensivo tenuto alla libreria Storie Nuove. Del suo sguardo narrativo mi ha colpito l’uso delle sinestesie, le assonanze lessicali e sentimentali, il voler mettere in scena qualcosa attraverso qualcos’altro. Questo è l’incipit di un racconto a cui sta lavorando. Buona lettura.

ACQUA

di Milena Pesole

 Sta venendo giù il cielo, che dio la manda.  Le strade sono torrenti che lambiscono marciapiedi sporchi e affollati. La pioggia è un peso che mi schiaccia a terra, la folla una corrente che rema contro. Guardo l’orologio: è quasi mezzogiorno. Devo sbrigarmi, meglio tagliare per vie laterali. Lavori in corso, volto a destra; l’acqua si mischia alla melma che ribolle dai tombini, nel vento fischiano le imprecazioni degli operai. Odore di fogna e pizza appena sfornata. Il marciapiede è insidioso come una lastra di ghiaccio sottile, mi sembra di camminare sulle uova.

Cammino a testa bassa cercando di evitare fossi, pendenze e dislivelli; la gente disimpara a camminare e a guidare quando piove. Mentre rimbocco il colletto della giacca -perché non ho messo l’impermeabile?- sono costretto, mio malgrado, ad alzare lo sguardo. La città è una caricatura di se stessa in scala di grigi: gli alberi, le persone, le vetrine, i portoni. I balconi grigi grondano acqua sporca. I pensieri diventano grigi, ogni gesto è grigio.

 Cerco un po’ di colore nei capelli della commessa dell’emporio. Cerco il rosso dei ricci che ricadono sulle spalle, cerco il verde degli occhi grandi, cerco un lembo di pelle bianca e luminosa. Niente. Cielo grigio sulle teste, asfalto bagnato sotto i piedi. Ad ogni passo sento la zavorra dell’acqua che mi attanaglia le caviglie.

A volte gira proprio male, ma ad uno come me gira male e basta, sempre. Piove dall’alto e piove anche dal basso, quando l’acqua nera e putrida dall’asfalto rimbalza fino alle ginocchia. Piove da destra e da sinistra, quando le macchine ti sfrecciano accanto. Piove col sole e con le nuvole. Piove sui campi, che prima erano assetati, mentre adesso sono inondati.

Che senso ha ripararsi? Piove così tanto che se tutta questa pioggia fosse sufficiente a spazzare lo schifo dal mondo, sarebbe come tornare nel giardino dell’Eden.

-È il giorno del giudizio!- Il calzolaio dalla sua bottega oggi dispensa prediche e ti cambia le suole con lo sconto. E’ la fine del mondo e sono tutti più buoni. Io no. Io,  oggi, ucciderò.

 

 

(Il dopolavoroletterario è la rubrica riservata a chi ha seguito un percorso di scrittura oppure uno dei miei corsi. Per partecipare basta inviarmi un testo, magari frutto del lavoro svolto insieme.Per conoscere appuntamenti, corsi, presentazioni, libri, storie e quello che soffia nel vento iscrivetevi alla mia newsletter).

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