5 Consigli per scrivere di sé, di Alessandra Minervini
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5 Consigli per scrivere di sé, di Alessandra Minervini

La prima volta che ho partecipato a un corso di scrittura narrativa ne ho scelto una sulla scrittura autobiografica, mi sembrava il modo più semplice per cominciare.
Alla prima lezione l’insegnante ci ha detto “Volete scrivere di voi? Sono tutti cazzi vostri”.
Si esprimeva in quella maniera, l’insegnante, e lì per lì non gli ho dato troppa retta.
Ma effettivamente, se pensavo fosse una maniera semplice per cominciare, presto mi sono accorta che semplice non era.
Questa pagina dei consigli è dedicata alla scrittura autobiografica, ed è a cura di Alessandra Minervini.
Alessandra è di Bari. Lavora come consulente per LiberAria e laScuola Holden.  Ha pubblicato racconti sulle riviste “Colla”, “Effe” e sta finendo di scrivere un romanzo che per il momento chiama #OV. Uno tra i romanzi più interessanti che abbia letto negli ultimi tempi. Sulla pagina degli Scrittori del Cantiere si può leggerne.
Ecco i cinque consigli sulla scrittura di sé di Alessandra Minervini.
1) Qualche anno fa la Scuola Holden mi ha chiesto di pensare un corso di scrittura che avremmo avviato insieme a Bari. Così è nato “Una storia tutta per sé”. Che considero un percorso più che un corso di scrittura. Un percorso in cui la parte da protagonista la svolge  la lettura. Si tratta di questo. Se tutti abbiamo una storia da raccontare, tutte (o quasi) le storie che scriviamo ci raccontano. Chi più, chi meno. E allora ho pensato che è meglio partire da questo, da noi, senza fare troppi giri di parole. Per cui per prima cosa, durante il corso, ci si fa una foto. E poi la si mette da parte.
2) Una cosa da fare, per esempio, prima di scrivere di sé è spostare l’ingombro. Cos’è l’ingombro? L’ingombro è quello che ci spinge a scrivere ma contemporaneamente ci allontana dalla scrittura. Non è un nemico. Più un buio. Un buio oltre la siepe della nostra immaginazione. Allora tutti insieme individuiamo questo ingombro. Che poi possono essere anche due, o tre.
3) Poi si scrive. Liberamente. Magari senza staccare le dita dalla tastiera. Si pesca un ricordo. Si prepara l’esca. L’esca è un colore, un odore, una voce, un sapore o una superficie che puoi conoscere solo tu.
4) A questo punto, pescato il ricordo puoi mentire. Puoi cioè iniziare davvero a inventare una storia tutta per sé. Come? Bisogna dire la verità mentendo. E non dimenticare che la vita è noiosa per cui figurati la narrazione della stessa.
5) Non dimenticare la lettura. Ecco cinque “storie tutte per sé” molto utili per questo percorso: L’arte della gioia, Goliarda Sapienza;Sembrava una felicità, Jenny Offill; Seminario sulla gioventù, A. Busi; Il compagno, Cesare Pavese; Lolita, Vladimir Nabokov.
(Questo articolo è precedentemente apparso su “Cantiere di scrittura“, ringrazio Gessica Franco Carlevero)

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