I know It’s OVERlove – Il mio romanzo in musica
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I know It’s OVERlove – Il mio romanzo in musica

I know It’s OVERlove
Giovedì 21 Giugno #lettidinotte #ov #vediallavoce #overlove

Parole in musica Tratte dal romanzo Overlove di Alessandra Minervini (Liberaria Editrice)

Voce: Alessandra Minervini, Giorgia Antonelli

Musica: Pierpaolo Guaragno

Il Romanzo «Non esiste un motivo per amare. L’unico motivo dell’amore è l’amore». «Per questo smette». All’inizio del romanzo la protagonista, Anna, dice “Basta”. Lasciare Carmine è una delle prove d’amore più oneste che lei possa compiere. Non è tanto una separazione, che mentalmente non avverrà mai, quanto un abbandono. In apparenza sembra che la scelta sia per salvare se stessa: “Quando si fa schifo bisogna stare da soli”. In realtà, andando avanti, le scelte dell’uno e dell’altra mostrano che ci si può lasciare non per salvare se stessi ma per salvare il proprio amore. L’amore, nel romanzo è così, non corrisponde necessariamente ad aver trovato la soluzione a tutto. Anna vive un amore troppo grande, più grande del contesto a cui appartiene, più grande anche di se stessa al punto che, non riuscendo a superare i propri limiti, molla. La storia con Carmine diventa una rinuncia invece che una salvezza. Overlove è un amore che non salva nessuno se non l’amore stesso.

 

“Mesi prima Anna e Carmine erano distesi sul letto di un albergo di Lugano, dove Carmine aveva suonato in unplugged all’auditorium. Poca gente, come al solito, molte recensioni. Anna l’aveva seguito per mancanza. Il suo corpo nudo entrava e usciva dalla bocca di Carmine con la stessa leggera musicalità delle note. Lui aveva tenuto i vestiti e gli occhiali, non li levava mai, per via degli occhi svergognati. Ogni tanto spostava l’asta della montatura con l’indice per non ungere le lenti. C’era la musica e poi Anna; Anna e poi Overlove. Lei gli aveva chiesto: «Cosa vuol dire Overlove?» E lui aveva risposto: «Non abbastanza, quindi troppo. Troppo amore non è abbastanza amore». Anna aveva deglutito, allargando le pupille e poi, prendendo coraggio, gli aveva chiesto: «Ma sei sicuro che la gente lo capirà?» «Non m’interessa», e poi: «Della gente non m’interessa».”

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